L'arte del miglioramento personale 🚀, come migliorare se stessi dal Kaizen al feedback
Prima di iniziare a parlare di miglioramento leggiamo una bella storia della tradizione degli indiani Cherokee.
Una sera un anziano capo Cherokee raccontò al nipote la battaglia che avviene dentro di noi.
Gli disse: "Figlio mio la battaglia è fra due lupi che vivono dentro noi. Uno è infelicità, paura, preoccupazione, gelosia, dispiacere, autocommiserazione, rancore, senso di inferiorità.
L'altro è felicità, amore, speranza, serenità, gentilezza, generosità, verità, compassione."
Il piccolo ci pensò su un minuto poi chiese: "Quale lupo vince?"
L'anziano Cherokee rispose semplicemente: "Quello a cui dai da mangiare"
Personalmente vedo la vita come un grande viaggio e come tale c'è una partenza ed una fine.
Non importa da quale punto si parta (chiaro che c'è chi è più fortunato di altri), l'importante è esplorare ed alimentare il nostro miglioramento come persone.
L'obiettivo è creare un nostro io alla fine del viaggio migliore dell'attuale.
Il senso della vita è tutto qui. Non importa quanto denaro o potere tu abbia accumulato ma quello che conta è che hai superato i tuoi limiti, sei riuscito a cambiare per migliorare come partner, professionista, sportivo, amico o genitore.
"Un pianeta migliore è un sogno che inizia a realizzarsi quando ognuno di noi decide di migliorare se stesso"(Mahatma Gandhi)
Bisogna dominare l'arte di godersi il percorso del viaggio, scoprire nuove vie per arrivare alla fine senza rimpianti.
Diceva lo scrittore Mark Twain:
"Tra vent'anni sarai più dispiaciuto per le cose che non hai fatto che per quelle che hai fatto. Quindi sciogli gli ormeggi, naviga lontano dal porto sicuro. Cattura i venti dell'opportunità nelle tue vele. Esplora. Sogna. Scopri."
Cosa significa perseguire un obiettivo per non avere rimpianti è fotografato dal bellissimo discorso motivazionale tratto dal film "Braveheart"
Per migliorare bisogna cambiare ma dall'altro cambiare non significa migliorare!
La sperimentazione ci aiuta a capire i cambiamenti che ci fanno crescere da quelli che non servono.
"Se vuoi di più devi diventare di più" - Jim Rohn
Il processo di cambiamento è composto da 4 fasi:
- Consapevolezza
- Decisione e motivazione
- Strategia e Azione
- Creazione di abitudini
La prima fase del processo di cambiamento passa attraverso la consapevolezza di dover migliorare!
Se sono fuori forma e in forte sovrappeso, mi renderò conto che è necessario migliorare la mia salute. La decisione di dimagrire non basta, occorre la motivazione a fare tutto quanto occorra, la motivazione può arrivare da diverse fonti, per esempio dalla paura di stare male e non poter vedere i figli crescere. Di norma la motivazione viene dalla ricerca del piacere o dalla fuga dal dolore.
Una volta motivati, iniziamo a studiare per elaborare un piano di azione: iscrizione ad una palestra, camminare o correre ogni giorno per un'ora, ecc..
L'ultima fase è quella decisiva. Per far si che il cambiamento sia duraturo, bisogna costruire delle nuove abitudini che diventino parte integrante della nostra vita. Per esempio andare in palestra o correre 3 o 4 volte a settimana oppure eliminare i dolci dalla nostra dieta.
"Se le regole sono tali che non riesci a fare progressi allora devi combattere le regole!" (Elon Musk)
A volte il contesto in cui ci troviamo è il maggior ostacolo al miglioramento (tra cui le aspettative e credenze degli altri). In tal caso o cambiamo le regole o troviamo altri contesti per avere nuovi stimoli.
Il Kaizen ed il miglioramento continuo
Un concetto che mi piace molto è quello del Kaizen giapponese, la parola significa cambiare in meglio o miglioramento continuo.
La strategia Kaizen non prevede rivoluzioni istantanee ma un rinnovamento a piccoli passi, piccole conquiste quotidiane che nel tempo possono trasformare la nostra vita.
L'essere umano è per natura intollerante al cambiamento, ma se agiamo a piccole dosi riusciamo a non essere notati dai radar della nostra resistenza e nel tempo possiamo ottenere grandi risultati.
Sono le piccole abitudini che possono cambiare la nostra vita.
Per gli amanti della matematica possiamo dimostrare gli effetti del piccolo miglioramento quotidiano (es. dell'1%) con la seguente formula:
In pratica se miglioriamo dell'1% un giorno passeremo da 1 a 1,01, ma se continuiamo a migliorare costantemente arriva l'effetto capitalizzazione e quindi il miglioramento di un giorno si moltiplicherà con quello dei giorni successivi al punto che a fine anno (1,01 elevato ai giorni dell'anno) ci ritroveremo quasi 38 volte "migliori"!!!
Un maestro del Kaizen è sicuramente Jannik Sinner e le sue parole anche dopo importanti vittorie sono rivolte al miglioramento:
Il fenomeno della rana bollita
I ricercatori dell’università americana John Hopkins durante un esperimento in laboratorio notarono che lanciando una rana in una pentola di acqua bollente questa subito saltava fuori per salvarsi 🐸🐸
Al contrario se invece la rana veniva messa in una pentola con l’acqua inizialmente fredda per poi gradualmente aumentare la temperatura il povero animale veniva bollito.
Mentre i biologi si confrontano sulla veridicità di questo esperimento e sulla gradualità dell’incremento di temperatura. rimane il grande valore metaforico del fenomeno:
se nel contesto in cui ci muoviamo facciamo piccole modifiche graduali non ci accorgeremo del grande cambiamento finale.
Tipicamente si cita il concetto in ottica negativa al punto da chiamarla “sindrome della rana bollita”.
Per esempio lo troviamo nel percorso con cui una persona da onesta diventa corrotta. All’inizio non si accorge dei piccoli piaceri ricevuti e ne restituisce altri in cambio fino ad arrivare a fare cose illegali.
Nelle aziende le persone bloccate in un lavoro che non amano invece di agire dedicano le energie a lamentarsi finendo per perdere l'opportunità di cambiare.
A me piace vedere il fenomeno della rana bollita come una oppportunità: possiamo sfruttarlo anche al contrario non per crepare ma per migliorare.
Infatti l’essere umano è di natura contrario al cambiamento (anche se spesso dice di voler cambiare) e se vede che la temperatura dell’acqua è troppo alta salta via come la nostra rana.
Ma se invece facciamo delle modifiche virtuose quotidiane e costanti andremo ad alzare gradualmente la temperatura.
Sono pochi i cambiamenti che avvengono dall’oggi al domani (a volte sono frutto di eventi esterni anche dolorosi), la via migliore è quella del cambiamento lento e progressivo.
Ci vuole tempo, è meno sexy ma è sicuramente duraturo e replicabile.
Nelle aziende spesso si commette il rischio di voler seguire processi di cambiamento troppo repentini creando il rigetto. Bisogna lavorare nel medio/lungo periodo e per essere time to market conviene partire quando non c’è bisogno di cambiare!
Siamo la media delle 5 persone che frequentiamo
L'ambiente influenza chi siamo e le decisioni che prendiamo, in particolare siamo influenzati da coloro che ci sono più vicini.
Gli studi delle neuroscienze sui neuroni specchio ci dimostrano come gli stati d'animo e l'attitudine di coloro che frequentiamo hanno un impatto notevole su di noi.
Se frequentiamo persone negative che si lamentano sempre o che non sono disposte a fare di più, esse avranno un'influenza negativa sul nostro percorso di crescita.
L'imprenditore e filosofo americano Jim Rohn esemplificò bene tale effetto con la legge della media:
siamo la media delle 5 persone che frequentiamo maggiormente!
Il valore medio si può applicare a qualsiasi cosa.
Quando da ragazzo ho iniziato a giocare a basket ero una schiappa (non che dopo sia diventato un campione 😊) ma giocando costantemente con amici più forti di me man mano il mio livello migliorava fino a raggiungere il loro e non fare brutta figura in campo.
La legge della media mi piace chiamarla la teoria del microcontesto, in pratica possiamo dire che per migliorare professionalmente, moralmente o in qualsiasi contesto, dobbiamo frequentare persone che siano più brave di noi,
Gli studi delle che ci diano l'esempio e ci ispirino.
Nella gestione delle risorse umane di un'azienda tale effetto può determinare il deterioramento o l’innalzamento del livello complessivo ed è funzione del numero di persone "brave" (in termini di competenze e attitudine) con cui si entra in contatto (interne o esterne) e di come esse siano messe in network con gli altri.
Nell'immagine in alto è fotografata quella che tra gli addetti ai lavori è chiamata Paypal mafia, il microcontesto creato in quell'azienda era cosi virtuoso che i co-fondatori e dipendenti hanno poi creato molte altre società di successo: Tesla, Inc., LinkedIn, Palantir Technologies, SpaceX, Square, Slide, Kiva, YouTube, Yelp, and Yammer.
Un libro interessante che va nel dettaglio degli effetti del network è Connected di Nicholas A. Christakisd, dove si dimostra come addirittura anche gli amici degli amici possano avere un impatto sulle nostre scelte.
L'abitudine di confrontarci costantemente con i più forti e più bravi è la via più veloce per il miglioramento.
Il potere del feedback
Uno degli strumenti più potenti per aiutare la nostra crescita è il feedback.
Il matematico ed informatico statunitense Alan Kay, premio Turing 2004, fece notare che:
"Non so chi scoprì l'acqua, ma non era un pesce".
Il razionale dietro questa osservazione è quello di sottolineare come sia molto difficile per noi stessi vederci da fuori.
La nostra cecità è frutto di credenze personali e pregiudizi cognitivi, e l'unico modo per aggirarli è quello di chiedere aiuto a chi ci vede da fuori.
Se vogliamo migliorare l'approccio più costruttivo è chiedere i feedback, accogliendo anche quelli negativi.
Individuiamo una o più persone che stimiamo e facciamoci dare un loro parere su un nostro progetto, una nostra idea o un nostro comportamento.
Se applichiamo la teoria precedente del microcontesto e frequentiamo persone più capaci di noi avremo naturalmente tanti feedback, anche negativi, che mettono in luce il nostro gap rispetto agli altri.
Chiaramente per gestire tutto ciò occorre una chiara volontà e motivazione a migliorare altrimenti sono tempo ed energie sprecati.
“Il Feedback è la colazione dei campioni.” – Ken Blanchard
Nella sezione Hack Life ho provato a raccogliere tutti gli strumenti e ricerche che possano aiutarci nell'esplorazione di noi stessi e della conoscenza.
Nelle nostre attività dobbiamo ricordarci che il tempo è una risorsa finita e quindi dobbiamo farne buon uso e decidere su quali obiettivi concentrarci.
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