Cos'è lo Stato di flow e come raggiungerlo 🧠
Il concetto dello stato di flow (stato di flusso) o semplicemente Flow fu coniato nel 1975 dallo psicologo di origini ungheresi Mihaly Csikszentmihalyi.
In psicologia il flusso viene definito come:
Uno stato di coscienza in cui la persona è completamente immersa, concentrata e coinvolta in un'attività e la mente ed il corpo sono in perfetta simbiosi. In questo stato tutto scorre (appunto flusso), si è perfettamente in armonia e controllo del nostro compito con massima gratificazione e positività.
Csikszentmihalyi arrivò a definire lo stato di flow durante i suoi studi sulla felicità e sulla creatività, infatti la capacità dell'essere umano di stare nello stato di flusso ha un forte impatto sulla sua felicità.
Nel video che segue lo psicologo ungherese parla delle sue ricerche in materia e racconta l'esperienza di immersione e flusso di musicisti.
Tutti abbiamo sperimentato nella nostra vita uno stato di flow: nello studio, nel lavoro, nelle relazioni, nelle arti o nello sport.
In quest'ultimo caso viene anche definito: trance agonistica.
Il 20 aprile del 1986 vidi la partita tra Boston Celtics e Chicago Bulls in cui il giovane 23enne Michael Jordan segnò 63 punti, attuale record dei playoff (nel video le immagini di quella partita).
Quel giorno Jordan era in chiaro stato di flow, qualsiasi tiro gli entrava, schiacciava in testa a tutti e non sbagliava mai, sembrava un adulto che giocava con dei bambini e questi erano i grandissimi Boston Celtics (che poi vinsero il titolo NBA dell'86).
Il grande Larry Bird dopo quella partita disse: "Ho visto Dio travestito da Michael Jordan".
Questa performance lasciò un segno e la ricordiamo raccontanta nella famosa serie di Netflix "The Last Dance".
Quando sei nel flow si nota! Perchè le tue prestazioni migliorano notevolmente.In italiano si suole dire essere in Stato di Grazia mentre negli US parlano di "being in the zone" (essere nella zona) quasi per sottolineare che si tratta di uno spazio metafisico, di una realtà alternativa.
Csikszentmihalyi spiega come il forte focus mentale porta a un senso di estasi, un senso di chiarezza, hai il pieno controllo della situazione, ti dimentichi di te stesso. Ti senti parte di qualcosa di più grande. In questo spazio anche la percezione del tempo si trasforma.
Ti è mai capitato di lavorare, studiare o giocare cosi intensamente da perdere la cognizione del tempo? Da dimenticarti di mangiare? Se si probabilmente eri proprio in stato di flow.
Il nostro sistema nervoso quando è completamente immerso in qualcosa non ha abbastanza attenzione per pensare ad altro: al tempo, al proprio corpo, alla stanchezza, ai problemi.
Il nostro corpo scompare, la nostra identità sparisce dalla sua coscienza, perché non abbiamo abbastanza attenzione per fare qualcosa con molta concentrazione ed allo stesso tempo sentire di esistere. Pertanto l'esistenza è temporaneamente sospesa.
Scientificamente si chiama "ipofrontalità transitoria", in stato di flow si disattiva parte della corteccia prefrontale (PFC - PreFrontal Cortex).
Dato che tale area del cervello ospita la maggior parte delle nostre funzioni cognitive superiori, tra cui il senso di sè e di esistenza, la disattivazione anche parziale ci fa perdere la cognizione del tempo e dello spazio.
Si narra che durante un evento dedicato ad Albert Einstein un alto funzionario fece un discorso solenne in suo onore ma il grande fisico invece di ascoltare entrò nel suo mondo ed impugnando una penna si mise ad elaborare equazioni sul retro del programma (era partito lo stato di flow).
Al termine dell'orazione, tutti si alzarono ed applaudirono girandosi verso il festeggiato che era tutto intento con i suoi numeri. A quel punto, la segretaria disse ad Albert di alzarsi (per farsi vedere e ringraziare): il fisico scattò in piedi e cominciò anch’egli a battere le mani finché non lo avvertirono che l’acclamazione era rivolta proprio a lui! 😂😂
Lo stato di flow è tipico non solo dei grandi atleti ma anche dei grandi scienziati, dei musicisti e degli artisti in genere. Nel campo della musica tale stato viene anche chiamato essere "in the groove".
Come entrare nello stato di flow
Abbiamo visto quanto sia potente il flow. Ora vediamo le tecniche per poterlo attivare.
Sfida e Competenza
Le prime due condizioni sono:
- la percezione di un livello sufficientemente alto di sfida nello svolgere la nostra attività
- avere le capacità e l'abilità per poterla affrontare
Possiamo rappresentare le combinazioni dei due fattori mettendo sulle ascisse il nostro livello di abilità e sulle ordinate il livello della sfida.
Nel quadrante in alto a destra abbiamo lo scenario desiderato, all'opposto se abbiamo bassa intensità dei due fattori entriamo in uno stato di apatia e depressione.
Nel caso di Michael Jordan lui aveva le capacità e la sfida: giocare i playoff contro i mitici Boston Celtics al Boston Garden.
Se le nostre abilità non sono all'altezza della sfida avremo uno stato di ansia e stress e al contrario saremo troppo rilassati.
Quando abbiamo un livello medio di conoscenza ma poche sfide entra in gioco la noia, esso è un barometro che ci può indicare che hai bisogno di nuove opportunità.
In qualsiasi campo, dalla matematica all'arte, occorrono anni per raggiungere il giusto livello di esperienza/conoscenza: esso è la base per attivare lo stato di flusso.
“Mi ci sono voluti quattro anni per dipingere come Raffaello, ma una vita per dipingere come un bambino”. Pablo Picasso
Man mano che aumentiamo le nostre competenze, avremo bisogno di nuove sfide più impegnative per continuare ad entrare nello stato di flow.
Un trucco in merito è crearsi costantemente delle sfide!
In particolare al lavoro non attendiamo che ci venga dato un compito challenge, inventiamocelo.
MJ era famoso in questo, nella serie Netflix "The Last Dance" viene raccontato come riuscisse a sfruttare ogni critica per attivare la sfida e dare il massimo.
Di seguito altri fattori che nella mia esplorazione ho trovato utili per innescare il flow.
Motivazione, passione e significato
Un fattore fondamentale è la motivazione.
La motivazione è strettamente correlata a due elementi:
- la passione: fai qualcosa che ami e trai piacere e ricompensa dal farlo (es. dipingere)
- il significato che dai alle cose, il tuo scopo superiore, quelli che sono i tuoi perchè.
Quest'ultimo aspetto è anche alla base della psicologia della felicità: il meaning.
Pensiamo ad una persona che studia per diventare un bravo dottore per salvare la vita dei bambini affetti da una particolare malattia.
Una lunga ricerca effettuata dalla società di consulenza McKinsey su migliaia di dirigenti ha individuato che per aumentare la probabilità dello stato di flow ed avere esperienze di peek-performance non bastano l'IQ (il quoziente intellettivo, di intelligenza) e l'EQ (il quoziente emotivo, che misura la nostra intelligenza emotiva) ma è fondamentale l'MQ (meaning quotient).
Di seguito la sintesi della ricerca: Increasing the meaning quotient of work
L'MQ è appunto il quoziente di significato, il senso che diamo al lavoro che facciamo.
Nella costruzione della leadership è importante lavorare su tale punto, trasmettere un significato diverso a quello che si fa. Non si lavora solo per portare la pagnotta a casa ma per lasciare il proprio segno, per migliorare la vita dei clienti e dei colleghi, per migliorare la comunità in cui viviamo.
Per capire la potenza della motivazione e dello scopo superiore basti pensare alla storia dell'Olio di Lorenzo.
Lorenzo era un felice bambino con una bella famiglia, all'età di cinque anni i genitori scoprono che è affetto da una rarissima malattia degenerativa che colpisce le cellule cerebrali: l'adrenoleucodistrofia.
I medici stimano che il bimbo possa vivere al massimo altri due anni. I genitori, Augusto e Michaela Odone, non vogliono arrendersi e non comprendono come la medicina non possa fare nulla.
Nonostante non siano medici iniziano a studiare ed approfondire la malattia e riescono a formulare un rimedio in grado di bloccarne l'avanzamento. La nuova medicina è composta da olio d'oliva e olio di colza (da qui il nome Olio di Lorenzo).
Il padre di Lorenzo passava le notti a studiare in completo stato di flow sostenuto da una forte motivazione alimentata dallo scopo superiore: salvare la vita del figlio.
Se oltre alla passione abbiamo anche il talento ecco che le nostre abilità cresceranno velocemente ed aumenteremo la probabilità di trovarci nella zona del flow.
Se facciamo quello che ci piace e siamo in grado di dargli un significato profondo sicuramente staremo spesso "in the zone" ed avremo performance superiori.
Obiettivi chiari
Dobbiamo avere obiettivi ben definiti in quanto favoriscono la comprensione di quali azioni devono essere intraprese per portare a termine la nostra attività.
Lo scopo ci da la visione ma per entrare nell'azione ci vogliono obiettivi chiari.
Concentrazione
Per accendere il flusso bisogna stare concentrati.
Dobbiamo essere nel presente, non si pensa al passato e non si pensa al futuro esiste solo quello che stiamo facendo adesso e tutta l'attenzione si concentra su di esso.
Fai una cosa alla volta
La concentrazione è il motorino di avviamento per passare allo stato di flow, senza una fase iniziale di forte concentrazione è praticamente impossibile entrare nel flusso, sarebbe come voler nuotare senza tuffarsi in acqua!😁
Ci sono diverse tecniche per migliorare la nostra concentrazione: meditazione, sport, eliminazione distrazioni, alimentazione, ecc..
Se è vero che un ambiente rumoroso ed affollato non favorisce la concentrazione è anche vero che se siamo bravi ad entrare nel flow tutti i fattori esterni si annulleranno, come se venisse di colpo abbassato il volume dei rumori e non c'è più nulla che possa distrarci.
Curiosità e novità
La curiosità è alleata della creatività ma aiuta anche il flow.
Quando siamo interessati a scoprire qualcosa di nuovo aumenta la nostra attenzione e si alza la sfida.
Cerchiamo cose nuove e se il contesto non offre opportunità su cui misurarci creiamocele.
Stati d'animo
Una società di consulenza internazionale ha intervistato 740 leader d'azienda di tutto il mondo al fine di individuare quali siano gli stati d'animo e la loro frequenza sperimentati durante il lavoro.
Sono stati individuati 18 stati d'animo con l'obiettivo di capire come essi impattino sulle performance.
I risultati (pubblicati sull'Harvard Business Review) sono riportati nel grafico che segue e ci dicono chiaramente come il 94% degli intervistati abbia riferito che Calmo, Felice ed Energizzato (Calm, Happiness, Energezy - CHE) sono i tre stati che guidano i maggiori livelli di efficacia e prestazioni.
La calma è un elemento importante per la concentrazione.
La felicità e l'energia aumentano la motivazione ed il divertimento è la chiave di volta per attivarli.
"Volevo che il mio lavoro fosse un gioco" (Phil Knight fondatore della Nike)
Queste ricerche sottolineano l'importanza di avere nelle organizzazioni aziendali persone positive e con molto entusiasmo in quanto grazie all'energia che immettono nel sistema sono in grado di mettere gli altri nelle condizioni di dare il massimo.
Miglioramento della prestazione e della produttività
Le grandi menti ed i grandi sportivi riescono ad entrare più facilmente degli altri nello stato di flow ottenendo un vantaggio non indifferente.
Dalla ricerca di McKinsey, che citavo precedentemente, è emerso che quando i manager hanno lavorato in uno “stato di flusso” la loro produttività è aumentata di ben 5 volte rispetto alla media. Altre ricerche indicano un incremento di addirittura 7 volte!
Dall'altro solo nel 10% del tempo i manager riuscivano ad entrare nel flow, un dato molto alto visto che ci sono persone che nel lavoro quotidiano non lo sperimentano mai, va detto che in questo contesto parliamo di figura professionali di altissimo livello.
Stato di flow e creatività
Studi dell'Harvard Business School hanno scoperto che nello stato di flusso aumenta notevolmente la nostra creatività e tale effetto continua anche nei giorni successivi tenendo vivo il nostro pensiero creativo.
In sostanza lo stato di flow ci allena ad essere più creativi.
La corteccia prefrontale dorsolaterale è l'area del cervello dedita all'autocontrollo ed invia i segnali del dubbio e del disprezzo, in pratica è il criticone all'interno della nostra mente.
Durante il flusso questa parte del cervello si placa, con quest'area disattivata diventiamo meno critici, più coraggiosi, ci lanciamo maggiormente ed aumenta la nostra capacità di immaginare nuove possibilità.
Nel flow il cervello viene inondato da grandi quantità di dopamina, endorfine, serotonina e noradrenalina; tutte queste sostanze sono responsabili dell'aumento delle nostre prestazioni ed impattano notevolmente sulla creatività.
Sia la noradrenalina che la dopamina aumentano la concentrazione ed aumentano la nostra capacità di immaginare, di collegare le idee in nuovi modi e di sviluppare il pensiero laterale.
In stato di flow il nostro cervello funziona in modo diverso, le onde cerebrali si spostano dalle frequenze più alte della normale coscienza in stato di veglia (gamma e beta) a frequenze più basse come l'alpha e theta.
L'alpha è associata alla modalità del sogno ad occhi aperti, la nostra mente è rilassata e spazia libera da un pensiero all'altro.
La frequenza theta è quella che si presenta durante la fase REM del sonno o appena prima che ci addormentiamo, la magia di questa fase è che le idee si combinano in modi nuovi ed originali, vecchie informazioni incontrano le nuove generando visioni creative.
Quando raggiungiamo queste frequenze entriamo quasi in uno stato di trance, è tipico avere la percezione di non pensare ma di vedere le idee come durante un sogno.
Einstein quando elaborò la teoria della relatività speciale si era immaginato a cavallo di un raggio di luce avendo davanti a sé uno specchio.
Il grande Albert conosceva bene gli effetti dello stato di flow; non a caso dava grande importanza alla capacità di immaginare.
Chi sviluppa maggiormente la parte visiva del cervello potrebbe avere dei vantaggi nell'entrare e sfruttare lo stato di flusso. Per esempio Einstein aveva problemi con il linguaggio da bambino ed era mancino (ma fu corretto come era prassi ai suoi tempi).
Conclusioni
Personalmente amo lo stato di flow: è una delle forme più importanti di hacking del nostro cervello e della nostra vita.
A livello intelletuale per riuscire a fare più cose o dormi meno o aumenti la tua intensità nell'unità di tempo.
Quante volte capita di spaccarsi la testa per giorni per riuscire a fare qualcosa e poi bastano 30 minuti fatti bene e tutto si risolve. Se lavorassimo sempre "in the zone" potremmo lavorare meno e produrre di più.
L'effetto che amo di più dello stato di flusso è l'incremento della nostra creatività.
E' bellissimo perdersi nei propri pensieri, fermare il tempo ed entrare in nuove dimensioni. Una dimensione dove siamo più felici e consapevoli.
Albert Einstein, con la teoria della "Relatività ristretta" introdusse il concetto di iperspazio a quattro dimensioni (x,y,z,t) aggiungendo la dimensione t (del tempo).
Mi piace immaginare che nello stato di flow ci muoviamo nello spazio-tempo einsteiniano e, come per le navicelle di Star Trek e Star Wars, possiamo viaggiare nell'iperspazio.
Un altro side effect del flow è che aiuta a dimagrire! Infatti si perde la percezione della fame, il cervello non ha tempo di mandare i segnali al nostro stomaco ed il rapporto con il cibo diventa incidentale 😂😂😂😂
Buon flow a tutti!
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